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Camminavo alla ricerca della luce perfetta proiettata dal sole di primavera, cercavo la piazza, la stradina vuota, l’angolo ideale per ispirare le mie prossime strofe. Una città elegante, signorile, palazzi nobili, solidi, dignitosi. Strade a incroci regolari e squadrate. Una spessa atmosfera di incanto con sfumature classiche corrotte a volte da un gotico mistero. Ero appena passato per piazza Castello, la vecchia residenza reale, ed al suo interno mi sentivo sereno. Così ampio spazio era libertà da assaporare ed il sole mi crogiolava come fossi figlio suo. Continuai passo dopo passo, un po’ ritmicamente per via della mia necessità di cantare o ritmare un tempo, ingenuamente per crearmi una musica da sottofondo. Camminare per me è un rito. Vuol dire passare attraverso mille coscienze e ricercare cento di sorrisi, carpire decine di anime sole e profondamente vive.
Affascinato da tante maniere diverse di camminare, discutere.. il tempo in quei momenti si congela e tutto si dilata. Ogni sguardo di creature immense viene amplificato, rubato, nascosto nelle mie stanze interiori del tesoro. Finisco di percorrere via Po’ senza quasi rendermene conto e giro a destra imboccando via principe amedeo ed in un istante supremo di impossibile equilibro, il mio spirito spicca un volo d’angelo sopra il mondo intero ed in preda a brividi, scosse elettrizzanti di emozione, sensazioni, piacere, gioia e con sorpresa scopro che i miei occhi si sono posati sopra la creatura più magnifica e affascinante del creato. I suoi occhi sono sui miei, la sua luce forte dentro gli occhi neri ad incastonare vitalità, intelligenza e profondità d’animo, mi ipnotizza. Un tuffo al cuore il mio. Rapito dal pensiero di Lei. I passi si allentano, le vite si incrociano. Le anime si amano. Poi ci superiamo fisicamente ma continuando a guardarci con gli occhi dell’anima.
Solo pochi metri continuiamo ad allontanarci in direzioni opposte. Poi i miei piedi vengono ordinati di cedere al peso dell’emozione, agli ordini dell’istinto. La mia testa gira sull’asse della mia esistenza e magicamente ritrova gli occhi di lei. Ferma, immobile, rivolta verso me e predisposta con anima e corpo a me. I suoi occhi brillano di gioia, illusione, magicamente disarmanti e obbligano tra l’eccitazione di tanta forza dirompente, ad avvicinarmi al suo esile e dolcissimo corpo. In quegli istanti gonfi di stupore e di incredula ispirazione, il tempo non esisteva e di’improvviso la magia dell’assoluto arrivò su noi. Il tutto, l’infinito e l’assoluto erano lì a rompere le regole dei grigiori quotidiani ed a sfidare la melanconia umana.
Potevo allora vedere dentro di lei, la sua passione immensa per la vita, i suoi desideri, i suoi sogni ed in contrasto la pura realtà delle cose…
Ecco ciò che vidi :

“Calma primaverile. Le cicale cantano in metriche sempre uguali, costanti. Una musica che è quasi sempre la stessa, come quella che ti segue di continuo, ovunque tu vada. La musica imposta dalla tua vita, Qualcuno del passato affermava che la vita era come un pendolo che oscillava tra noia e dolore… tu non sei stata più fortunata degli altri.
L’abitudine, la routine hanno domato anche te. Tu sorridente, socievole, aperta e così piena di voglia di vivere. Muovevi i primi passi verso desideri esotici, sogni da realizzare, fiabe incantate, principi azzurri. Poi un giorno la carrozza che trasportava le tue fantasie e immaginazioni si trasforma per tua sorpresa in zucca. Il tuo principe ormai rospo. Tu ritorni a sentirti una cenerentola che non crede più alle favole.
Stanza da letto- Semi buio.
Sei distesa a pancia in giù e con il viso stanco, appoggiato sul guanciale che volge nella direzione destra della stanza. Seguendo i pochi metri che separano i tuoi occhi dalla finestra che si affaccia sul mare, i tuoi pensieri volano altrove, via lontano sopra le onde di quel mare agitato dentro te.,solcando i cieli stellati delle tue fantasie di bambina. Spossata, infine ti addormenti.
Un vestito di seta rosa molto leggero ti ricopre il corpo nudo e profumato di rose. Ti scende lungo i fianchi degni di una Dea e lì vi si allarga in mille piccole volte ad un palmo prima dell’incavo del ginocchio. Dormi ormai ed io, tuo angelo, ti osservo dal paradiso dei nostri sensi. Il tuo corpo è fasciato, accarezzato da una seta che nulla può contro la tua morbida, tenera, dolce e vellutata pelle.
Amo ogni centimetro di te ed il tuo viso lineare, il tuo collo liscio ed elegante;tutto di te mi ricorda una principessina appesa al mondo delle favole. Voglio possederti, voglio darti il mio amore.
Nel sonno mille sensazioni e brividi ti percorrono lungo le gambe e la schiena. Mi avvicino al tuo profumo di donna ed inizio a carezzarti i lineamenti…….. “

“Sei nella tua casa di ogni giorno. Per un attimo ti accasci seduta sulla tua poltrona preferita. E’ vecchia e logora oppure è moderna e bella…ma non importa perché tu non la guardi più. E’ diventata come la tua vita.. un mobile dove giorno dopo giorno si poserebbe la polvere se le quotidiane manovre ed abitudini non lo rispolverassero un po’.
Sei immobile con occhi sgranati e persi nel vuoto. Intrappolata nel corpo ormai hai perso la speranza che in questa vita i tuoi sogni possano concretizzarsi. E quindi un po’ ogni giorno una parte di te è morta. Quella parte più genuina, innocente, felice e spensierata… quella dolce corsa ad una vita di avventure, amori e principi. Quella voglia di scoprire e di scoprirti in posti sempre nuovi presi da libri di mille ed una notte.
Minuti, ore lì ferma a vagare, viaggiare con la mente e con il cuore. La barca magica che ti proietta nel mondo delle tue fantasie, magie, sogni. Là dove tutte i tuoi desideri prendono forma. Dove l’uomo che hai accanto è un eroe, un guerriero. Affascinante, di valori e principi , sensibile, coraggioso e soprattutto un uomo. Amante instancabile ricopre il tuo volto di baci dolci come il miele, posa le sue labbra sulle tue in segno di resa alla tua bellezza e gentilezza.
Sogno vago di tempi che furono ove le gesta di taluni riecheggiavano per valli e monti, ove la vita sfuggiva alla noia di quotidiani riti per la sopravvivenza, ove si combatteva per ideali o per il proprio amore e tutto acquistava più valore. L’orologio trilla e la nuova ora riecheggia per la stanza, l’attimo fugace ti riporta alle tue solite cose, alle solite mura, ad una vita senza più imprevisti o sorprese.
Tu che da bambina sognavi grandi avventure e sfide, ti ritrovi impantanata in una storia che ripercorre con banalità le tappe di ogni altra storia comune. Vorresti che uscendo adesso fuori di casa, percorrendo affrettata il vialetto che porta sulla stradina, appena sbucata da dietro l’angolo, qualcuno con tua somma sorpresa ti prendesse per la vita e dopo uno sguardo lungo il mondo, in fondo e diretto all’anima, ti abbracciasse con trasporto e ti rubasse un bacio pieno di succo di vita.
Così la barca dei sogni viaggia dentro di te alla ricerca di isole sperdute e selvagge , paradisi tropicali, missioni pericolose e tutto ciò condito con l’immancabile passione e desiderio che bruciano il tuo corpo e che tanto aneli nella tua vera vita. Quando ti inizi per sbaglio a sfiorare sull’ onda dell’eccitazione senti le fiamme dell’ardore supplicare l’uomo accanto a te. Chiedono con forza che ti possegga. Avvolgerti di sensazioni, brividi e vibrazioni, stordirti con emozioni calde e sensuali ti darebbero finalmente pace per questa notte. Ed alla seguente ancora lì seduta e sognante con le tue tempeste interiori, i tuoi misteri ed istinti.
Il tuo segreto sta in questa stupefacente capacità di continuare a sognare, sperare, credere, suonare la musica del tuo universo femminile, vivere.
Ma io ti vedo e non sei sola, io rapisco i tuoi più intimi pensieri. Dai tuoi occhi percorro con infinito interesse la strada dei tuoi sensi e sentimenti più reconditi. Lasciati attraversare ed io ti guiderò alla vera gioia. Lasceremo insieme queste mura.
Ma ricorda il coraggio è fondamentale. Devi amare il rischio per amare tutta la vita nella sua interezza. L’imprevedibilità va ricercata.“
L’imprevedibilità appunto. Questa sorta di dono cosmico che viene fatto a noi comuni mortali. Espediente con il quale il moto cessa per un attimo , per poi ricominciare in nuove ed impreviste direzioni. Svolte esistenziali e fonte di magia e felicità. Così quell’attimo che sembrava dover durare per sempre, cambiava l’intreccio stesso della mia consistenza umana e mi spingeva irrimediabilmente a mischiarmi con l’ordito di lei.
Quando fummo sufficientemente vicini , non sembrava ci fosse necessità di parlare, ma comunque fui io ad emettere i primi suoni confusi..
dissi io in maniera tentando di essere solenne e poco impacciato. In tutta risposta Lei mi disse < Anche io ho sentito. Era come ti avessi dentro. E’ successo qualcosa e non era mai successo..> .. poi dopo una lunga pausa aggiunse < Sono Adina e voglio darti il mio numero.. adesso è tardi devo andare>.
Quelle palle nere con dentro grandi fuochi bianchi mi davano la leggerezza dell’estasi e rapido annotai il suo numero su un foglio. Dal foglio ormai scritto, il mio sguardo si levò a raggiungere il suo e provammo entrambi una profonda comprensione, una dolcissima gioia ed una impedibile speranza per il futuro. Continuando a librarmi in quell’atmosfera di semplice ammirazione del bello, lentamente lei si allontanava e proseguiva un cammino segnato già da nuovo amore.
Io con il cuore leggero e svolazzante mi diressi correndo da Tony a raccontare quanto la vita fosse meravigliosa, quel giorno di primavera.
Le ore fresche della sera scivolavano come acque di ruscello a rinfrescare i miei pensieri..

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