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Il fattore tempo nelle nostre esistenze è davvero il più condizionante, il più presente ed invasivo a livello psicologico e pratico. Le miriadi di cose che facciamo e che siamo portati a fare in funzione del tempo non si contano nemmeno. Potremmo dire che in questi ultimi anni come non mai , si assiste ad un vero e proprio rapporto conflittuale tra noi esseri umani ed il tempo. Difatti sembra non bastare mai, all’ interno di una società consumistica ed accellerata, i tempi di produzione , del lavoro pressante, dei mille impegni sociali, familiari e personali ci portano sull’ orlo di una crisi di nervi. Ci sentiamo esauriti e come rincorsi costantemente dal tempo che ci soffia sul collo ricordandoci di muoverci, di fare rapidamente, di accellerare le nostre azioni. Questo è un poco disumano e lesivo nei confronti delle nostre emozioni, dei nostri stati d’ animo e del nostro equilibrio psico fisico, costantemente sotto attacco di stress, agitazione, ansia da prestazione. Siamo una società fatta di uomini e donne che per lavoro fanno i robots e lo fanno per almeno 12 ore al giorno. Siamo una macchina impazzita che corre ad alta velocità contro un muro, già perchè la tecnologia , la rivoluzione industriale e dell’ aumatizzazione non hanno mantenuto le promesse di diminuire la quantità e lo sforzo del nostro lavoro. Siamo sempre più schiavizzati dal lavoro che facciamo, con sempre meno soldi e con pochissimo tempo libero da dedicare a noi stessi , ai nostri cari, ai nostri sogni, alla riflessione circa le cose che davvero contano nella vita. Siamo anestetizzati dalle pubblicità, drogati ed assuefatti dalla ricerca costante di possedere oggetti ricercati, vestiti firmati, macchine più eleganti, cercando di riempire i vuoti interiore a colpi di apparenze, superficialità e status symbol; siamo soffocati dal sacrificio delle nostre vite dure e grigie, siamo stressati nelle nostre automobili in coda per ore, siamo sempre in fila perdendo tempo come soldatini senza ricavarci nulla. Rincorriamo l’ abbisso, il futile, il ridicolo e perdiamo di vista la nostra umanità, il nostro intelletto, i nostri sentimenti, la nostra spiritualità, i nostri sogni e desideri più grandi. Nel Terzo millennio il tempo è diventato tiranno ed i ritmi di vita sono compulsivi, privi di rispetto per le necessità interiori ed intrinseche dell’ essere umano. E’ come subire tanti piccoli shock anafilattici giorno dopo giorno, la tachicardia aumenta, la pressione psicologica aumenta, l’ esaurimento pure.
Adesso impariamo a prenderci un poco di tempo per noi ogni tanto, anche 1 oretta al giorno, per pensare, per meditare, per fare una cosa che ci piace, diciamoci che ci amiamo, prendiamo in mano i nostri sogni e dedichiamogli qualche pensiero, leggiamo un libro, andiamo in riva al mare e chiudiamo gli occhi ascoltando il suo dolce brontolio.
Marco Nisida

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