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La società si evolve e con essa anche i nostri costumi e bisogni , lasciando indietro le istituzioni che annaspano ormai anacronistiche.
E’ indubbio che la tendenza di sempre una maggior parte di giovani a convivere piuttosto che sposarsi, stia crescendo esponenzialmente. Molti dopo pochi anni si separano..
Molto probabilmente è la stessa istituzione del matrimonio, così come è regolamentata da decenni, a non funzionare propriamente nei nuovi contesti esistenziali, come individui e come società. Resta fermo il dato che il matrimonio possa considerarsi una validissima istituzione quando viene contratto con il fermo obbiettivo di creare, curare e proteggere una nuova vita: il figlio. In questo senso posso affermare che il matrimonio svolge un ruolo fondamentale nella creazione della famiglia stabile ed orientata alla cura e crescita dei figli.
In parole spicciole sono dell’ avviso che non vi è alcuna necessità di sposarsi fin quando non si ha la certezza di voler creare una famiglia con figli nati al suo interno.
Sposarsi con l’ idea di rimanere in due soltanto è un sacrificio inutile e spossante che porta lentamente il rapporto all’ apatia ed alla routine, senza dare però le meravigliose soddisfazioni e felicità che regalano i figli. Dunque meglio la convivenza per giovani amori, per conservare la spontaneità , la magia, l’ eccitazione di un rapporto più fresco ed intenso…
A fare la differenza in realtà sono le responsabilità, i doveri ed i sacrifici.. molto più intensi nel caso del matrimonio. Anche a livello psicologico la convinvenza assicura una spensieratezza, una serenità, una frescezza dovuta alla scelta giorno per giorno della relazione senza obblighi di sorta..
Arrivederci e cosa ne pensate voi ?

Marco Nisida

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