La storia, oltre ad un fascino tutto speciale, possiede il potere di insegnarci il passato delle società umane, illuminandoci di sapienza per meglio affrontare il futuro e comprendere il nostro presente.
A tale scopo illustreremo una narrazzione esplicativa dell’ evoluzione dell’ Homo Sapiens Sapiens dal Neolitico fino alle grandi civiltà, per comprendere cosa sia effettivamente cambiato nella visione della vita, nella organizzazione sociale e nei sentimenti esistenziali.
Circa 12000 anni fa, nelle ampie radure e tra i boschi si aggiravano piccoli gruppi di uomini specializzati nella caccia e nel raccogliere bacche, frutti e semi. Questi uomini erano organizzati in strutture sociali molto semplici, il cibo veniva equamente diviso tra i componenti il gruppo e vigeva una sorta di uguaglianza tra i membri del clan. In effetti il capo vi era sempre, il leader che proponeva soluzioni e guidava il gruppo, ma a quei tempi non esisteva assolutamente il concetto di proprietà privata. Ciò che è molto interessante studiare è il fatto che questo era un popolo di nomadi, che si spostavano dunque di radura in radura, da colline a pianure, cercando sempre nuovi territori ricchi di selvaggina e piante; erano uomini temprati e battuti dalle intemperie, pioggie, temporali, vento, freddo, e quando soggiornavano per periodi più lunghi in un territorio particolarmente ricco di cibo, costruivano piccole capanne circolari con frasche e legna. Anche la siccità era un grosso problema, non esistendo a quei tempo nessun metodo di immagazzinamento per acqua o cibi. Dunque ogni giorno era un giorno nuovo nel quale bisognava procurarsi tutto l’ occorrente per la sopravvivenza.
Questo vivere giorno per giorno ci da un’ idea della durezza della vita di allora e di come questi individui fossero costantemente esposti alle insicurezze, all’ incertezza, all’ instabilità ed alla precarietà tanto da non aspettarsi mai con certezza un domani. Erano uomini liberi , divisi in gruppi familiari isolati, che potevano andare ovunque gli dicesse l’ istinto. Ovviamente come succede tuttora, la libertà è spesso in antitesi con la sicurezza… ma di questo parleremo più tardi.
In Mesopotamia, stretta tra il Mar mediterraneo ed il deserto, alcune tribù umane furono costrette ad ottimizzare la caccia , la raccolta e le risorse a loro disposizione, in un territorio comunque limitato.. Nel tempo iniziarono dapprima a soggiornare per più tempo in alcuni luoghi favoriti e ricchi, e poi fecero delle interessanti scoperte come per esempio che costruendo delle abitazioni in pietra, le intemperie, il freddo, il vento potevano essere in qualche modo domati e limitati. In effetti il processo di stanzialità fù graduale ed oscillò tra lunghi periodi di soggiorno e riprese di nomadismo a tratti. Quello che sappiamo con certezza è che questi uomini stavano elaborando un complesso processo culturale ed intellettuale che pian piano li portò alla logica soluzione che la stanzialità, con le comodità e le certezze che ne conseguivano, era la maniera più sicura e vincente di esistere all’ interno di un mondo che dominava l’ uomo.
In effetti a quei tempi, gli esseri umani erano in balia della natura, subivano tutte le angherie e la propria incapacità di reagire ai fenomeni climatici, atmosferici, etc.., vivevano come esseri viventi tra gli esseri viventi, e dalle pitture rinvenute raffiguranti animali e altri elemnti naturali, questi uomini non si consideravano affatto superiori , anzi vivevano un qualche senso di insicurezza, di inferiorità rispetto al potere incontrollato della natura e degli altri animali. I cani, che erano entrati già nella vita dell’ uomo qualche millenio prima, erano il lento frutto dell’ addomesticamento dei lupi, e divennero essenziali per la caccia.
In questi primi insediamenti stabili si è potuto rinvenire la presenza di farina bruciata, si suppone quindi che l’ antenato del pane naque qui ed in questo periodo.
Contrariamente a quanto si sia pensato per tanti anni fino ad oggi, non fù l’ agricoltura a causa della stanzialità, ma è lecito pensare invece che proprio la stanzialità, in circa 10 secoli di lunga osservazione degli esperimenti casuali su semi e piante, favorì la nascita e lo sviluppo dell’ agricoltura, la più grande e potente invenzione dell’ uomo.
L’ agricoltura naque come osservazione e studio timido delle piante selvatiche, iniziò come semplice premere qualche seme più in basso o raggruppare i semi in modo del tutto sperimentale.
Con sorpresa gli effetti seppur casuali non tardarono a venire e nel giro di circa un millennio, comunque un processo estremamente graduale se si pensa che dalla scoperta dell’ agricoltura al suo completo sviluppo questi uomini rimasero predominantemente cacciatori-riccoglitori, l ‘ agricoltura divenne il più grande successo degli esseri umani sulla natura, un potente strumento che permetteva di controllare, gestire e produrre a volontà cibo per tutti.
L’ agricoltura cambiò radicalmente la visione stessa che l’ uomo aveva di sè stesso e del mondo naturale. Da semplice parte di esso , inizio a sentirsi inorgoglito dal potere che egli stesso aveva nel dominare la semina, la raccolta e la selezione delle piante migliori. Adesso vi era cibo in abbondanza per tutti e senza dubbio da questa abbondanza iniziò il boom demografico dell’ umanità. La capacità di procurarsi il cibo in modo sicuro, semplice ed intelligente favorì l’ ampliamento dei villaggi stanziali e l’ aumento vertiginoso delle natalità e del numero totale della popolazione. Le case venivano costruite in pietra e venivano ammassate una sulle altre, senza spazi pubblici, senza igiene i rifiuti della vita quotidiana venivano messi fuori dalla porta di casa.
Lentamente, iniziarono a comparire alcuni animali all’ interno dei villaggi , che non venivano utilizzati a scopo di macellazione e che comunque ancora non rappresentavano tentativi di addomesticamento nè allevamento. Vivevano con gli uomini forse per il latte ma di questo non ne siamo sicuri. Quello di cui siamo certi è che l’ allevamento di animali in senso moderno, non comparve sennon dopo molti secoli dopo l’ avvento dell’ agricoltura. Dagli scheletri rinvenuti, scopriamo che l’ allevamento di animali fù possibile solo dopo che la costrizione forzata di alcuni esemplari nei secoli, dette come risultato un’ evoluzione morfologica che aiutò di gran lunga poi l’ utilizzo di questi animali per l’ allevamento vero e proprio.
I villaggi umani stanziali adesso sono sempre più abitati, popolati e complessi. L’ agricoltura e l’ allevamento hanno portato gli esseri umani ad un nuovo stato esistenziale fatto di potere sulla natura, di autostima, di ottimismo e pianificazione del futuro. In particolare a testimonianza di ciò, l’ invenzione e l’ utilizzo dell’ argilla come materiale per costruire piatti, recipienti, serbatoi, conserve etc.., furono fondamentali per il completo sviluppo della società agricola di allora, in quanto la conservazione dei semi, degli alimenti, dei raccolti e non dimentichiamo l’ acqua, portò all’ affrancamento da instabilità, incertezza del domani. L’uomo prevedeva, pianificava ed organizzava il futuro.
L’ allevamento, l’ agricoltura ed i beni che ne derivavano, diedero inizio a qualcosa di completamente nuovo nella società umana, ovvero la proprietà privata. Fino ad allora tutto era di tutti, le case erano tutte uguali a testimonianza che non vi fossero lussi e priviliegi per nessuno; anzi lo stesso concetto di privilegio era un taboo. Adesso con tanto bestiame, terreni, prodotti della terra, carne, utensili, ceramiche etc., da possedere, gli individui iniziano contese e dispute su chi possieda quanto e cosa. In effetti furono questi i pretesti per la creazione di una sorta di comitato di saggi che giudicasse e risolvesse le questioni del villaggio. Aumentando la popolazione che viveva aggruppata, concetto assolutamente nuovo visto che nel passato da nomadi gli uomini che avevano dispute semplicemente prendevano strade diverse, gli esseri umani dovettero imparare a gestire le crisi, i conflitti e le dispute. Beni che prima non esistevano dovevano adesso venire organizzati e posseduti. Bel problema…
Pian piano il leader del comitato di anziani, si trasformò in un reuccio del grande villaggio, utilizzando la religione come pretesto ed iniziando a controllare il commercio e le attività agricole, sociali ed economiche. Come conseguenza, questi reucci iniziarono il prelievo di alcune risorse per loro ed il loro “stato” elitario-aristocratico. In ogni caso la violenza ad uso interno veniva esclusa a priori in questo tipo di società e gli individui versavano questi tributi in modo pressoché spontaneo, convinti del fine religioso.
I cambiamenti fondametali nell’ organizzazione sociale dell’ epoca avvenirono in seguito all’ invenzione più temibile e straordinaria: il bronzo. Nato come casuale miscuglio tra rame e stagnio, abbiamo di fronte la prima lega metallica della storia dell’ uomo.
Il bronzo più forte e resistente di qualsiasi cosa allora conosciuta, divenne presto la prima arma di distruzione di massa creata dall’ uomo. I reucci iniziarono a capirne l’ importanza e commissionarono ai fabbri stampe per coltelli, asce, spade ed armature… Nascevano i primi eserciti armati.
Il re forte di questa predominante forza su tutti gli altri uomini, iniziò a costruirsi palazzi immensi, ad accaparrarsi della maggior parte delle risorse comuni e ad utilizzare la forza delle proprie guardie armate per riscuotere tributi ed imporre la sua giustizia. La sua origine era divina, ne è prova il distacco dei palazzi del re dalle abitazioni del popolo. Inizia il lavoro dipendente, cosa totalmente nuova se si pensa che fino a quei tempi ogni essere umano lavorava per sé stesso e la propria famiglia, conservando e possedendo il frutto del proprio lavoro. Adesso invece il lavoro dipendente è frutto della proprietà privata da parte di alcuni sempre più potenti e ricchi. Una parte della popolazione vive in stato di semi schiavitù. Il commercio si fà florido, ed i villaggi ormai vasti e complessi, sono ormai delle vere e proprie città. I commercianti viaggiano anche da molto lontano per scambiare mercanzie, grano, carne, materiali etc.. tra una città e l’ altra.
I re per governare tranquillamente si auto investono di quell’ alone di religiosità, nominandosi Dei in terra e creando pitture e raffigurazioni di se stessi e di altri temi religiosi nelle varie mura della città.La sottrazione sistematica delle risorse comuni da parte di questi Re, porta alla creazione graduale della contabilità e dell’ apparato burocratico.
Creazione di immensa importanza per il futuro della specie umana è la scrittura, che fa la sua comparsa proprio come conseguenza della burocrazia e della contabilità di palazzo, per cui nascono i primi segni cuneiformi ed i primi scriba, incaricati del sapere e dell’ utilizzo della scrittura ai fini contabili.
Ovviamente bisognerà aspettare parecchio tempo ancora affinchè la scrittura fonetica faccia la sua comparsa, ma la base del più grande strumento di comunicazione ed immagazzinamento delle informazioni e della conoscenza è stata gettata.
Un nuovo modello di business, uno dei più remunerativi, tuttora attualissimo, che viene iniziato per la prima volta nella storia dell’ uomo è la guerra. Eserciti armati dalle città più ricche e potenti vengono condotti nei territori ancora rurali e nelle città e villaggi minori, saccheggiando, uccidendo, devastando. I primi bagni di sangue della storia, eseguiti per il dominio, per accaparrarsi le risorse migliori, per la ricchezza.
Constatiamo dunque che il passaggio fondamentale dalla società nomade di cacciatori-raccoglitori a quella di agricoltori-allevatori stanziali è che il potere passa dalle mani de più forte ed adatto fisicamente a quello più ricco.
Il potere è nelle mani dei signori, che si accresce continuamente a discapito della gente comune.
Ovviamente questi fenomeni narrati sono avvenuti con gradualità e fin qui è stata raccontata la storia dell’ uomo dal 12000 a.c. fino al 4000 a.c. ; quello che poi dovrà venire sono le grandi civiltà egizie, greche e romane… Da qui ufficialmente inizia la “civiltà”, con la sua scrittura, con i suoi commerci, con la sua cultura, con le sue arti raffigurate su ogni ceramica del tempo, con i suoi agglomerati urbani fino a 80000 persone aggruppate, con il suo potere sulla natura, con le sue contraddizioni, con le sue guerre, con la sua disuguaglianza sociale.
Fondamentale ricordare a questo punto come la visione del mondo sia totalmente cambiata: l’ uomo in seguito alla coscienza del suo nuovo potere sulla natura e sugli altri uomini, ha completamente cambiato le sue convinzioni: adesso la visione dell’ uomo rapportata al mondo è di tipo verticale, gerarchica. L’ uomo si erge al di sopra di tutto il creato, seguono gli animali, il mondo vegetale e quello minerale poi.
La storia fin qui narrata si ispira a studi archeologici condotti in Mesopotamia, altri studi hanno confermato similitudini con l’ evoluzione di altre comunità umane in India, Cina, Eggitto e Sud America.
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